Non sperate di liberarvi dei libri by Jean-Claude Carrière Umberto Eco

Non sperate di liberarvi dei libri by Jean-Claude Carrière Umberto Eco

autore:Jean-Claude Carrière Umberto Eco [Umberto Eco, Jean-Claude Carrière]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
editore: Bompiani
pubblicato: 2011-12-09T23:00:00+00:00


LA NOSTRA CONOSCENZA DEL PASSATO È DOVUTA A DEI CRETINI, DEGLI IMBECILLI O DEGLI AVVERSARI

JPT Attraverso i libri antichi che collezionate, dialogate in qualche modo col passato? I libri antichi sono per voi una testimonianza del passato?

UE Io ho detto che colleziono solo libri che hanno a che fare con cose erronee o false. Il che prova che questi libri non sono testimoni indiscutibili. E tuttavia, anche se mentono, ci insegnano qualcosa sul passato.

JCC Cerchiamo di immaginarci un erudito del XV secolo. Quest’uomo ha cento o duecento libri che oggi potrebbero essere in possesso di alcuni di noi. A casa sua ha anche cinque o sei incisioni che rappresentano Gerusalemme o Roma, incisioni molto imperfette. Del mondo ha una rappresentazione lontana e vaga. Se vuole veramente conoscere la Terra, deve viaggiare. I libri sono belli ma insufficienti e come dici tu, spesso falsi.

UE Anche nella Cronaca di Norimberga, storia illustrata del mondo dalla creazione fino all’anno 1490, la stessa incisione certe volte è usata in più punti per rappresentare città differenti. Cosa che ci dice che la preoccupazione dello stampatore era più quella di illustrare che di informare.

JCC Ho raccolto, con mia moglie, una collezione che potrebbe intitolarsi “Il viaggio in Persia”. Le prime opere risalgono al XVII secolo. Uno dei primi libri, e dei più noti, è quello di Jean Chardin, del 1686. Un altro esemplare dello stesso libro, pubblicato quarant’anni dopo, è in octavo, vale a dire un piccolo formato in più volumi. Nel tomoIX è inserito un pieghevole sulle rovine di Persepoli che, se lo si dispiega, diventa lungo tre metri: delle tavole incise sono incollate l’una all’altra e questo miracolo è ripetuto per ogni esemplare! Un lavoro inimmaginabile.

Questo stesso testo è stato ristampato ancora un’altra volta nel XVIII secolo esattamente con le stesse incisioni. E un’altra volta ancora, cento anni dopo, come se la Persia in due secoli non avesse conosciuto la minima trasformazione. Siamo così all’epoca romantica. Niente, nella Francia di oggi, assomiglia a quella del secolo di Luigi XIV. Ma la Persia nei libri è restata identica, immutabile. Come se fosse stata fissata in una certa sequenza di immagini, come se fosse incapace di cambiare, in base a una decisione dell’editore che è di fatto un giudizio culturale, sulla storia. In Francia così si continuano a pubblicare, fino al XIX secolo, opere scritte e stampate due secoli prima come libri scientifici.

UE I libri a volte sono scorretti. Ma certe volte gli errori sono nostri e dei nostri deliri interpretativi. Negli anni sessanta ho scritto una storiella (pubblicata in Diario minimo). Immaginavo una civiltà del futuro che trovava sepolta in un lago una cassa di titanio contenente dei documenti messi in un luogo sicuro da Bertrand Russell all’epoca in cui organizzava la marce antiatomiche e in cui noi eravamo letteralmente ossessionati, più di oggi, dalla minaccia della distruzione nucleare (non che la minaccia sia diminuita, al contrario, ma noi ci abbiamo fatto l’abitudine). La storiella si basava sul fatto che i documenti preservati erano in realtà delle canzonette.



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